Celiachia: l’importanza di un approccio integrato tra alimentazione e cure

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La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce sempre più persone e può avere anche gravi risvolti psicologici oltreché fisici.

Che cos’è la celiachia

La celiachia non è una semplice intolleranza alimentare. Si tratta di una vera e propria malattia autoimmune, un’allergia. Nel caso di allergie alimentari viene scatenata una reazione del sistema immunitario ogni volta che viene introdotto un determinato alimento che il corpo riconosce come “pericoloso”. Per tutelarsi il corpo produce anticorpi e scatena tutta una serie di meccanismi detti “autoimmuni”.

Le semplici intolleranze, invece, riguardano il metabolismo e non il sistema immunitario.

Nel caso specifico, il soggetto celiaco è allergico al glutine, una proteina presente in diversi cereali

Il glutine è presente in diversi cereali.
– Frumento.
– Grano Khorasan (conosciuto come Kamut).
– Farro.
– Orzo.
– Avena;
– Segale.
– Spelta.

 

Cause della celiachia

Come spiega il Dottor Marco Missaglia, specialista in Scienza dell’Alimentazione, Dietologia ed Endocrinologia Sperimentale, in Italia circa l’1% della popolazione è celiaca ma solo il 27% ha una diagnosi corretta.

Celiachia Dottor Marco Missaglia

Dottor Marco Missaglia

La celiachia ha un’origine ereditaria: si nasce già con la predisposizione. Tuttavia influiscono anche diversi fattori scatenanti, in primis il tipo di alimentazione.

Infatti, come molti osservano, i casi di celiachia si sono moltiplicati negli ultimi 10 anni. Perché? Semplicemente perché oggi si presta più attenzione ai sintomi e vi è una maggior sensibilità verso la salute oppure ci sono stati dei cambiamenti effettivi in quest’ultimo decennio?

Il Dottor Missaglia spiega che vi è stato un effettivo aumento dei casi di celiachia e d’intolleranze al glutine. Questo incremento è legato al fatto che circa una decina di anni fa è cambiata la regolamentazione in fatto di produzione delle farine ed è stato concesso di aumentare la dose di proteine tra cui, appunto, il glutine. Questo ha avuto una ripercussione positiva sulla lavorazione dei prodotti da forno ma ha comportato anche un aumento dei casi di celiachia e intolleranze.

I sintomi della celiachia

I sintomi più comuni della celiachia riguardano l’intestino: stipsi, gonfiore addominale, difficoltà a digerire, meteorismo e crampi alla pancia.

Tuttavia, come specifica il Dottor Missaglia, esiste anche una celiachia silente o con sintomi atipici, che non riguardano l’apparato gastro intestinale.

Tra i sintomi extra intestinali troviamo:
– acne;
– dermatiti;
– eczema;
– afte;
– unghie fragili;
– alopecia;
– astenia;
– anemia;
– infertilità.

Approccio integrato alla celiachia

La terapia per la celiachia è la dieta senza glutine con cereali alternativi o con prodotti a-proteici.
L’attenzione a ciò che si porta in tavola è determinante per recuperare la salute e tornare ad avere uno stile di vita soddisfacente. La dieta mediterranea, per secoli, ha dato  troppo rilievo al fumento e sottovalutato altri cereali. Esistono cereali altrettanto nutrienti, salutari e gustosi come la quinoa, il grano saraceno, il miglio, l’amaranto, il mais e il riso.

La celiachia non può considerarsi solo una malattia autoimmune ma una sorta di “morbo sociale”. Può avere conseguenze sul benessere emotivo, psicologico e relazionale dell’individuo.
Per questo, spesso, si consiglia un approccio integrato che unisca le competenze del nutrizionista o dietologo ed endocrinologo con le capacità di un buon psicologo. Entrambi devono accompagnare il soggetto affetto dalla patologia verso un percorso di cambiamento e scoperta di nuovi sapori.

Specialmente se la celiachia viene diagnosticata durante l’infanzia o l’adolescenza, può essere vissuta come un piccolo dramma. Costringe i bambini e i ragazzi ad alimentarsi in modo differente dai loro amici e compagni di scuola. Questo può farli sentire “diversi” ed esclusi dal gruppo. Ma alla loro età sentirsi “parte del branco” è fondamentale.

Il cibo non è mai solo cibo, fa parte della cultura, delle tradizioni che uniscono una famiglia. Il cibo è un elemento sociale e relazionale. Ecco perché cambiare alimentazione può scatenare crisi emotive e generare ansia e stress. A volte si giunge a sviluppare malattie depressive dopo la diagnosi.

Molti pazienti dichiarano che la loro vita ha subito un netto peggioramento a causa del cambio di alimentazione. Il peggioramento tocca ogni sfera, anche quella sessuale.

Queste reazioni possono essere causate da più fattori.
– Sensazione continua di privazione di alimenti che piacciono.
– Senso d’ingiustizia per essere stati colpiti da una patologia senza esserne responsabili.
– Rabbia collegata al senso d’ingiustizia.
– Dover spesso rinunciare a uscite con amici e familiari;
– paura di restare isolati.

Spesso la salute del paziente non è peggiorata dalla malattia autoimmune ma da come essa viene vissuta. E’ fondamentale un approccio integrato. E’ importante considerare la persona nella sua globalità. E’ determinante tenere conto non solo dell’aspetto legato al corpo ma anche della mente e delle emozioni.

Dopo aver stabilizzato la situazione emotiva e aver raggiunto una serena accettazione è importante essere seguiti da un buon nutrizionista che induca ad un avvicinamento curioso ed entusiasta verso nuovi cibi, magari mai assaggiati prima.

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