Dottor Michele Scognamiglio: correlazione tra salute mentale e consumo quotidiano di frutta
Diverse ricerche hanno fatto emergere che il consumo quotidiano di frutta fresca ha effetti benefici sulla salute mentale.
Alimentazione e salute mentale
Negli ultimi anni è nato un ramo specifico della medicina, la Psichiatria Nutrizionale, che indaga il rapporto tra alimentazione e salute mentale. Di quest’ambito s’interessa il Dottor Michele Scognamiglio, Ricercatore, Biochicmico, Specialista in Scienze dell’Alimentazione e patologo.
Numerosi studi hanno dimostrato che una dieta squilibrata e con molti zuccheri artificiali può generare ansia, frequenti sbalzi d’umore e, addirittura, depressione.
Se, fino ad oggi, dunque, la depressione è stata vista come causa di disordini alimentari (si mangia troppo o non si mangia perché si è depressi), oggi si scopre che potrebbe, invece, esserne la conseguenza (si è depressi perché si mangia troppo o troppo poco e male).
Pertanto si sta sviluppando un crescente interesse verso un approccio interdisciplinare e combinato che coniughi psicoterapia e alimentazione.
Del resto già il filosofo Feuerbach aveva capito che “Noi siamo quello che mangiamo”. Ogni sostanza che introduciamo nel nostro organismo va a nutrire, bene o male, le cellule del corpo e della mente e questo produce effetti. Gli effetti saranno positivi se ci nutriamo bene, negativi se mangiamo cibi non adatti alla nostra specie.
Frutta e salute mentale
Il World Economic Forum, organismo riconosciuto a livello mondiale in materia di salute, ha di recente riconosciuto l’importanza della dieta per la salute non solo del corpo ma anche della mente.
Secondo recenti studi, un maggior apporto di frutta migliorerebbe l’umore e il benessere psicologico. Sono stati svolti test empirici su gruppi di persone ed è emerso che i soggetti che aggiungevano due porzioni di frutta al giorno all’alimentazione abituale, avevano migliori livelli di energia fisica e mentale.
Il miglioramento della salute mentale legato al consumo di frutta è dovuto alle vitamine, minerali e Omega 3 (in particolare i DHA) presenti in questo alimento. I DHA, infatti, sono in grado di rafforzare le membrane cellulari e migliorare i collegamenti tra i neuroni con notevoli benefici in termini di memoria e capacità di concentrazione. Inoltre questi acidi grassi essenziali riducono gli stati infiammatori che possono condurre ad un progressivo decadimento cognitivo.
Le infiammazioni neuronali, infatti, sono collegate a patologie come depressione, Parkinson, Alzheimer, schizofrenia. Un elevato consumo quotidiano di frutta svolge un ruolo protettivo.
L’iperattività, l’insonnia, l’incapacità di rimanere concentrati e alcuni deficit cognitivi possono essere strettamente correlati al consumo di zuccheri artificiali, grassi e junk food.
Un’alimentazione squilibrata, quindi, non solo è alla base di malattie gravi come obesità, diabete di tipo 2, colesterolo, ipertensione, ictus, patologie del cuore e cancro ma anche a disturbi mentali seri e altamente invalidanti
Fruttarismo, l’alimentazione del benessere
Negli ultimi anni ha preso piede una nuova scelta alimentare, nonché Filosofia di vita: il Fruttarismo.
Il Fruttarismo è un ramo del veganismo che sposa un approccio più naturalistico. Punta ad una sorta di “ritorno all’alimentazione originaria”.
Analizzando la nostra dentatura e il nostro apparato gastrointestinale è emerso che l’essere umano è frugivoro, cioè costitutivamente fatto per nutrirsi di frutta. Del resto agli albori dell’umanità l’uomo non era né cacciatore né agricoltore: era raccoglitore e, dunque, si poteva nutrire unicamente di frutti spontanei e bacche.
Ci sono diversi tipi di fruttarismo: crudista, igienista, carpotecnico. Il punto in comune tra tutti i fruttariani è 1: si può mangiare solo frutta dolce (mele, pere, pesche, prugne, ecc…), frutta grassa (avocado, olive, olio extra vergine d’oliva) e frutta ortaggio (pomodori, peperoni, melanziane, zucchine, zucca, cetrioli, fagiolini, piattoni, capperi, okra).
I crudisti e gli igienisti prediligono una dieta quotidiana molto semplice, basata su frutti crudi e poco conditi. La carpotecnia, invece, consiste nel riprodurre con la frutta i classici piatti della tradizione. Così, ad esempio, si cucinano pasta, lasagne, piadine, pizze con farine di frutta come farina di platano o farina di zucca o di zucchine.
Rispetto ai vegani tradizionali, i fruttariani, oltre a non mangiare carne, pesce, uova, latte e derivati, miele, non mangiano neppure cereali, legumi, semi e verdure diverse dai frutti ortaggi.