Mal di schiena? Ecco le possibili soluzioni
La lombalgia, termine medico per definire il mal di schiena, è un sintomo e non una malattia che colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale per molteplici cause. E’ in costante aumento, soprattutto in relazione al cambiamento delle abitudini di vita che portano sempre più a condurre una vita tendenzialmente sedentaria. E’ un disturbo molto frequente nella popolazione adulta con un’incidenza annuale massima tra la III e la V decade di vita, ed una prevalenza stimata tra il 12% e il 35%.
Si stima che circa l’80% della popolazione generale accusa almeno un episodio di lombalgia nel corso della propria vita ed entrambi i sessi sono interessati in ugual maniera.
La lombalgia è tra le più frequenti cause di assenza dal posto di lavoro e di richieste di visite mediche ed indagini diagnostiche, e ha per tale motivo una elevata incidenza socio-economica. Si stima che i costi sanitari diretti per il mal di schiena negli Stati Uniti siano di almeno 20 miliardi di dollari. Sebbene anche patologie importanti possano esserne la causa, in circa il 90% dei casi il dolore lombare è aspecifico, benigno e autolimitante.
In base alla durata temporale della sintomatologia dolorosa la lombalgia viene comunemente suddivisa in acuta, sub-acuta e cronica, anche se le Linee Guida non siano molto concordi sulla distinzione tra lombalgia acuta e subacuta (la prima di durata non superiore alle 4 settimane, la seconda oltre le 6 settimane), mentre lo sono nel definire cronica una lombalgia di durata superiore alle 12 settimane.
Nel 85%-90% dei casi è possibile guarire dalla lombalgia nell’arco di tre mesi circa; il 40%-50% di questi pazienti andranno incontro ad una forma recidivante di lombalgia; invece il 10%-15% dei casi diverranno cronici con vario grado di invalidità.
Le possibili cause di lombalgia si possono distinguere in vertebrali ed extravertebrali.
Tra le prime annoveriamo:
– la sacralizzazione dell’ultima vertebra lombare,
– la quinta vertebra, che in questo caso risulta fusa con la prima vertebra sacrale;
– la spondilolisi, ovvero la mancata fusione di parte dell’arco posteriore di una vertebra;
– la spondilolistesi, ovvero lo scivolamento in avanti di un corpo vertebrale;
– la sinostosi, la deformità congenita dovuta alla fusione di due o più vertebre;
– processi degenerativi, come discopatie, stenosi del canale vertebrale;
– patologie infettive;
– patologie neoplastiche;
– malattie reumatologiche;
– disturbi del metabolismo e del turnover osseo.
Tra le cause extravertebrali consideriamo le forme di lombalgia:
– da malattie viscerali (gastrointestinali, renali, dell’apparato genitale, solo per menzionarne alcune)
– da malattie vascolari (aneurisma dell’aorta addominale).
Oltre alle cause organiche, il mal di schiena può riconoscere anche un’origine psicosomatica.
Secondo la medicina psicosomatica la causa del mal di schiena andrebbe ricercata nella fatica di sostenere il peso della vita. Si tende quindi a somatizzare in questa zona quando non si riesce più a sostenere o sopportare ad esempio un lavoro troppo pesante, un problema familiare o lavorativo, a cui per un senso di dovere o per un’incapacità a dire di no non ci si può sottrarre.
Secondo la Medicina Tradizionale Orientale, la lombalgia significa funzionamento disarmonico del secondo chakra, Svadhisthana, in sanscrito “dimora del se”, situato anteriormente 3-4 dita sotto l’ombellico e posteriormente nella zona lombare e lombosacrale. È il chakra dell’energia sessuale, delle emozioni primordiali e della creatività. Ad esso sono collegati gli organi dell’apparato genitale e urinario, l’intestino e il rachide lombare e sacrale.
Chi soffre di lombalgia tende ad ignorare i propri limiti, ad abusare delle proprie risorse, assumendo un atteggiamento di sacrificio dovuto ad una percezione distorta delle proprie forze.
La discopatia, spesso causa di lombalgia, simboleggia una inutile e testarda sopportazione di situazioni che normalmente non si tollererebbero; il disco che degenera o che ernia dalla sua sede descrive l’impossibilità di assumere atteggiamenti flessibili o l’incapacità di adattamento a situazioni nuove.
Soffrono nella zona lombo sacrale le persone che temono la propria sessualità, la quale dà origine a senso di colpa, e che vivono in modo conflittuale eventuali fantasie erotiche trasgressive.
Ogni sintomo è un messaggio che il nostro corpo ci invia affinché diventiamo consapevoli dell’esistenza di un problema da affrontare. E quindi anche il mal di schiena è un messaggio che va letto ed interpretato possibilmente in una visione di insieme e non solo come un problema isolato della colonna lombare.
Soffrire di mal di schiena può costituire un serio problema se mal curato.
Lo spettro dei trattamenti esistenti ad oggi è molto ampio ed in linea generale può essere scisso in due tipologie, conservativo e chirurgico. È fondamentale, prima di intraprendere un qualsiasi percorso curativo, fare una quanto più corretta diagnosi affinché la terapia abbia successo.
In presenza di una lombalgia acuta è da tenere a mente che una buona percentuale dei soggetti affetti andrà incontro ad una guarigione spontanea! Sarà sufficiente un giusto riposo da eventuali sforzi fisici alla colonna vertebrale abbinato ad una cura antalgica, non necessariamente farmacologica, antidolorifica e miorilassante per accelerare la ripresa.
E se il mal di schiena persiste per più di 4 settimane?
In tal caso è necessario effettuare una visita specialistica per affrontare insieme il problema, per fare una corretta diagnosi, attraverso una scrupolosa anamnesi sia remota che prossima e un attento esame obiettivo neurologico, e per impostare la più adatta strategia terapeutica finalizzata alla guarigione nel più breve tempo possibile. Il dolore è qualcosa che non ci appartiene e va quindi affrontato e curato.
Ad oggi l’ampio ventaglio delle terapie conservative esistenti ci consente di scegliere e di impostare il trattamento più idoneo per il paziente che si rivolge a noi. L’agopuntura, i trattamenti osteopatici e fisioterapeutici, l’ozonoterapia, la terapia del dolore, l’omeopatia, i trattamenti psicosomatici…sono solo alcuni dei possibili approcci conservativi per il trattamento della lombalgia. Sarà compito dello specialista capire per decidere e consigliare il percorso più adatto da far intraprendere al suo paziente per portarlo alla guarigione.
Il trattamento chirurgico della lombalgia è uno scenario sempre più diffuso nel mondo della neurochirurgia e chirurgia vertebrale e negli ultimi anni le tecniche chirurgiche si sono sempre più evolute. Tuttavia si assiste spesso ad un diretto passaggio breve dal dolore al bisturi senza impegnarsi a spendere il giusto tempo a percorrere quella strada conservativa apparentemente troppo lunga e difficile. È di assoluta importanza far comprendere al paziente che è lui il primo medico di se stesso e che la soluzione del suo problema non va riposta subito nel bisturi. Le tecniche chirurgiche ad oggi consentono di aiutare a curare la lombalgia e questo attraverso numerosi approcci: dagli accessi anteriori dall’addome a quelli laterali passanti per il fianco a quelli posteriori tradizionali diretti alla colonna vertebrale con tecniche minvasive o classiche a cielo aperto a seconda dei casi.
Rimane essenziale capire il perché “ho mal di schiena” per trovare, da soli quando è possibile o con l’aiuto di uno specialista, la giusta riposta.
Dott.ssa Chiara Liberati (autrice dell’articolo)
Medico Chirurgo – Specialista in Neurochirurgia
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