Protocollo Coimbra: un metodo rivoluzionario per le malattie autoimmuni

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Il protocollo Coimbra è un metodo alternativo alle cure tradizionali che impiega la vitamina D per la cura di patologie autoimmuni.

Come nasce il protocollo Coimbra

Diversi anni fa il neurologo Cicero Galli Coimbra, basandosi su dati scientifici non ancora pienamente applicati nelle cure, cominciò a somministrare delle dosi considerate piuttosto alte (10.000 UI) di vitamina D a pazienti affetti da malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.

I netti miglioramenti di uno dei suoi pazienti  fu il punto di partenza per un approfondimento degli studi sul sistema immunitario in relazione all’efficacia della vitamina D nelle malattie autoimmuni.

Coimbra cominciò dunque a sperimentare su tutti i pazienti affetti da patologie autoimmuni la somministrazione di vitamina D, variando le dosi in base alla resistenza soggettiva di ogni persona.

Come funziona il protocollo Coimbra

La vitamina D è un potente regolatore del sistema immunitario, in grado di calibrare la funzione di migliaia di geni in ogni cellula immunitaria.

Durante l’esecuzione del protocollo Coimbra il sistema immunitario aumenta la quota dei  linfociti T regolatori, che bilanciano  tutta l’immunità dell’organismo e, allo stesso tempo, inibiscono l’iperreattività dei linfociti Th17, responsabili della risposta autoimmune.

Il protocollo Coimbra, oltre alla vitamina D, necessita anche di altri integratori quali la vitamina B2, gli omega 3, lo zinco, il selenio, la vitamina K2, l’acido folico ecc. abbiamo parlato in precedenza. Tali integratori complementari variano in base al tipo di malattia autoimmune sulla quale si va ad agire.

Si può impiegare nella cura di tutte le malattie autoimmuni, in quanto regola fisiologicamente il sistema immunitario, interrompendo la  reazione autoimmune.

Protocollo Coimbra e guarigione

Con questo protocollo le malattie autoimmuni, secondo le esperienze riscontrate fino ad oggi, possono  fermare la loro progressione; risultato che si verifica nel 95% dei casi circa.

Tuttavia i soggetti che hanno già manifestato gravi  danni causati dalle loro malattie, pur avendo dei benefici o fermando la progressione della patologia, non vedranno scomparire tali spiacevoli effetti.

Il protocollo Coimbra non porta alla guarigione ma a una costante remissione della malattia e dei sintomi

Ad oggi non è chiaro se sia necessario seguirlo per tutta la vita oppure se, ad un certo punto, il sistema immunitario ricominci a procedere regolarmente senza più bisogno della somministrazione di vitamina D.

Precauzioni da adottare durante il protocollo Coimbra

Per evitare qualunque rischio per reni e scheletro osseo è necessario che i pazienti ai quali viene applicato il protocollo Coimbra vengano monitorati costantemente da un medico esperto. Dovranno sottoporsi periodicamente ad esami ematici per verificare il metabolismo fosforo- calcio.

Devono sottoporsi ad una dieta a basso contenuto di calcio (le alti dosi di vitamina D potrebbero provocare un’ipercalcemia dannosa per i reni), bere molta acqua (almeno 2,5 lt al giorno) e fare regolare attività aerobica leggera per mantenere una normale mineralizzazione ossea.

Il protocollo Coimbra viene applicato sia in Italia sia all’estero.

Ecco alcuni medici e strutture a cui rivolgersi per maggiori chiarimenti

http://vitadbeta.16mb.com/medici-italiani-che-seguono-il-protocollo-coimbra/

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